Era una domenica mattina, era ancora notte e io ero ancora una piccolla appartenente al ceto medio borghese e alle favole a lieto fine. Avevo imbustato tutta la mia attrezzatura e sicuramente
avevo comprato dei costumi e della creme solari.
Era Agosto. Era caldo di notte.
Partimmo da casa passando per la Tinaia e una volta verso Poggilupi ci ritrovammo in uno scenario inconsueto.
Era pieno di furgoncini e punkabbestia che facevano pascolare i cani sugli argini della strada.
Era surreale.
Era surreale non trovare un posto dove potersi fermare per attendere la macchina del nostro amico che doveva accompagnare altre compagne di viaggio.
Eravamo l’unico dente bianco in una bocca di denti d’acciaio.Risplendevamo nella nostra pochezza. Quasi paura. Da una volante parcheggiata vicino all’entrata dell’autostrada ci guardavano con occhi perplessi.
Non ci s’incastrava proprio una sega in quel contesto.
Io ero curiosissima. Non riuscivo a capire cosa stesse accadendo.
Era un tempo in cui internet fuori casa era un lusso non a mia disposizione.
Ero medioborghese nella fascia bassa.
Roberto arrivò e ci scaricò le due compagne di viaggio.
Partirmo per Roma, per Sharm.
Fù così che mi persi il Rave Party in Pratomagno del 2004.
Tornai da Sharm giusto in tempo per ammalarmi.